Recensione: L' uomo che allevava i gatti

Mo Yan, premio Nobel per la Letteratura nel 2012, è un autore che sa unire il realismo con il surreale, il quotidiano con il simbolico, trasformando ogni sua opera in un'esperienza di lettura unica. Con L'uomo che allevava i gatti, una raccolta di racconti che spaziano tra il grottesco, il fiabesco e il crudo realismo, Mo Yan ci offre una serie di storie che rivelano l'anima più profonda della Cina contemporanea e rurale, mescolando satira sociale, elementi fantastici e riflessioni sull'animo umano.

Struttura

Il libro è composto da una serie di racconti che, pur essendo indipendenti l'uno dall'altro, sono accomunati dallo stile ironico e pungente dell'autore e dalla sua capacità di osservare con occhio critico ma partecipe la realtà cinese. Il racconto che dà il titolo alla raccolta, L'uomo che allevava i gatti, è una perfetta rappresentazione della politica di Mo Yan: il protagonista, ossessionato dai suoi felini, vive un rapporto quasi simbiotico con loro, e attraverso questa metafora l'autore indaga la solitudine, l'alienazione e il confine labile tra l'umanità e l'animalità.
Accanto a questa storia, si trovano altri racconti che affrontano temi come il potere, la superstizione, le trasformazioni sociali della Cina moderna e i desideri più oscuri dell'uomo.

Tematiche

- La critica sociale : Mo Yan usa il suo inconfondibile stile ironico e a tratti grottesco per mettere in luce le contraddizioni della società cinese. Nei racconti si avvertono le tensioni tra tradizioni e modernità, tra ruralità e urbanizzazione, tra il bisogno di libertà e le restrizioni imposte dal potere.

- L'elemento fantastico e surreale: La scrittura di Mo Yan si caratterizza per una commissione tra realismo e fantasia. Alcuni racconti sfociano nel soprannaturale, utilizzando l'assurdo come strumento per esplorare la psiche umana e le dinamiche sociali.

- L'animalità e l'umanità: Gli animali, in particolare i gatti, sono una presenza ricorrente nel libro. Essi diventano specchi delle emozioni umane, simboli della solitudine, della violenza, ma anche di un' innocenza perduta. Mo Yan gioca con la figura del gatto per rappresentare le pulsioni più profonde e talvolta oscure dell'animo umano.

- Il potere e la corruzione: Molti racconti mettono in evidenza i meccanismi del potere, sia esso politico, economico o familiare. Mo Yan denuncia con sottile ironia le ingiustizie e le ipocrisie di un sistema che spesso soffoca gli individui.

Lo stile

Mo Yan è un maestro nel creare atmosfere dense e coinvolgenti. la sua prosa è ricca di dettagli, con descrizioni vivide che immergono il lettore nei paesaggi rurali cinesi e nelle vite dei suoi personaggi. Lo stile è diretto ma allo stesso tempo evocativo, con un uso frequente del simbolismo e del grottesco. il suo approccio narrativo ricorda quello della tradizione orale, in cui il narratore si fa portavoce di storie che sembrano appartenere a un universo antico e al tempo stesso attualissimo.

Personaggi

I protagonisti dei racconti L'uomo che allevava i gatti sono spesso individui marginali, persone che vivono ai limiti della società o che si trovano in situazioni estreme. Attraverso le loro vicende, Mo Yan esplora le debolezze, le paure e i desideri più profondi dell'essere umano.

Il titolo

Il titolo del libro non è casuale: l'atto di allevare i gatti può essere visto come una metafora dell'allevare sogni, ossessioni o segreti. il protagonista del racconto principale vive una vita quasi interamente dedicata ai suoi felini, e questa relazione diventa un simbolo della condizione umana, sospesa tra affetto e dipendenza, tra controllo e libertà.

Conclusione

L'uomo che allevava i gatti è una raccolta di racconti che riesce a sorprendere, inquietare e fa riflettere. Mo Yan, con il suo stile inconfondibile, ci regala storie che oscillano tra il reale e il fantastico, tra comico e il tragico, offrendoci un ritratto della Cina contemporanea che è al tempo stesso universale.
Consigliato a chi ama la letteratura che sfida le convenzioni, a chi apprezza lo stile satirico e visionario di autori come Kafka o García Márquez, e a chi vuole immergersi in un mondo narrativo ricco di simbolismo e critica sociale.


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